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È domanda quotidiana da parte di atleti o pazienti che si presentano presso il nostro studio se sia meglio utilizzare il freddo o il caldo nel migliorare la loro condizione infiammatoria o di dolore che li affligge da più o meno tempo. Entrambe le terapie hanno un effetto sull’infiammazione e sul dolore avvertito dal paziente. È importante, per poter dare un consiglio utile al paziente, conoscere e far conoscere la differenza tra infiammazione acuta e infiammazione cronica.
L’infiammazione acuta
L’infiammazione acuta è di breve durata, da pochi minuti a pochi giorni e prevalgono fenomeni vascolari con formazione di essudato. L’infiammazione acuta si caratterizza per la presenza di tutti questi segni:

  • rubor: arrossamento dovuto all’aumento di sangue nell’area
  • tumor: rigonfiamento dovuto all’edema
  • calor: aumento della temperatura in seguito all’ipertermia e ad un aumento del metabolismo cellulare
  • dolor: dolore per alterazioni biochimiche locali
  • functio laesa: inibizione della funzionalità dell’area colpita (specie se si tratta di un’articolazione) a causa del dolore e degli squilibri indotti dai meccanismi facilitatori dell’infiammazione (es. edema) sull’integrità delle strutture infiammate

L’infiammazione cronica
L’infiammazione cronica è un processo flogistico di lunga durata in cui coesistono l’infiammazione attiva, la distruzione tissulate e i tentativi di ripazione. Le infiammazioni croniche possono derivare da una persistenza degli antigeni flogogeni in seguito ad un’infiammazione acuta non completamente risolta.

Quando applicare il freddo?

L’applicazione del freddo o crioterapia viene indicata subito dopo un trauma o intervento chirurgico quindi in condizioni di infiammazione acuta, nelle prime 24-48. L’effetto principale ottenuto attraverso il raffreddamento dei tessuti è la vasocostrizione, che riduce l’apporto di ossigeno ai tessuti, e quindi l’attività metabolica delle cellule. Durante la fase acuta dell’infiammazione l’applicazione del freddo è preferibile al calore perché è più rapida nella riduzione del dolore e del gonfiore. L’uso del freddo riesce a rallentare la trasmissione degli impulsi dolorosi soltanto se la temperatura cutanea viene fortemente ridotta. La letteratura raccomanda come temperatura ideale i 10°. L’applicazione di ghiaccio trova la sua massima efficacia nel dolore causato da traumi, in quanto il freddo provoca la riduzione del edema e del dolore stesso. Il ghiaccio provoca vasocostrizione (cioè i vasi sanguinei si ristringono), limitando la circolazione sanguinea nel luogo del trauma. Si applica 10 – 20 minuti dopo i quali si fa una pausa che permetta alla pelle di riprendersi e si applica 3 -4 volte al giorno.
La terapia col ghiaccio può essere utilizzata con ottimi risultati anche nel caso in cui si abbia un trauma da sovrallenamento, oppure nel dolore cronico. Ad esempio, se esiste un problema che si ripresenta dopo tutti gli allenamenti, si può utilizzare il ghiaccio subito dopo lo sforzo per ridurne e prevenire l’infiammazione.
Mai applicare il ghiaccio per un dolore cronico prima dell’allenamento: questo potrebbe creare grossi danni, mascherando il dolore, che comunque rappresenta un segnale d’allarme per il nostro organismo.
L’applicazione del ghiaccio in combinazione alla compressione (bendaggio compressivo) è molto efficace nel ridurre il sanguinamento, la formazione di edema ed il rilascio di sostanze irritanti mediatrici della sensazione di dolore.

Quando applicare il caldo?

L’applicazione di calore diminuisce l’attività del sistema nervoso simpatico, stimola la vasodilatazione e aumenta la perfusione tissutale. I neurotrasmettitori ed i metaboliti che sono responsabili della trasmissione del dolore, come la bradichinina e le prostaglandine, vengono “rimosse” dalla zona lesionata dal flusso ematico. Inoltre, l’applicazione del calore riduce gli spasmi dovuti al dolore nella muscolatura striata diminuendo l’eccitabilità del fuso neuromuscolare ed in generale il tono muscolare. L’applicazione di calore sull’addome ha un effetto inibitorio sulle membrane mucose, che producono una minore quantità di acido, mentre stimola la peristalsi intestinale,  con l’effetto di ridurre il dolore addominale da colica. L’applicazione di calore è largamente utilizzata anche nel bambino nella gestione del dolore muscoloscheletrico sub-acuto o cronico; infatti stimola i tessuti connettivi e riduce la viscosità dei liquidi sinoviali. Inoltre favorisce il rilassamento muscolare, agendo sul collagene presente in molte strutture responsabili del movimento, aumentando la scioltezza articolare, rendendo più elastico il tessuto cicatriziale e riducendo il tono di eventuali contratture. Il calore può essere utilizzato per la preparazione all’esecuzione di esercizi fisioterapici e di tecniche di mobilizzazione. La terapia con il calore si utilizza nei problemi cronici oppure nei traumi in cui sono assenti i sintomi dell’infiammazione (arrossamento, calore localizzato, dolore).
Usiamo il calore quando: un gruppo muscolare fa male, sentiamo un articolazione rigida e un po’ dolorosa, vediamo che i movimenti ,per qualche motivo che ci sfugge, non sono fluidi e lineari.
Questo tipo di terapia si può utilizzare benissimo prima del allenamento affinché aumenti l’elasticità dei tessuti e per stimolare la circolazione locale.
Inoltre, la terapia a caldo provoca il rilassamento dei muscoli e combatte gli spasmi muscolari.

Il calore dunque aumenta la circolazione e fa crescere la temperatura e, quindi, in caso di infiammazioni va evitata tale terapia.

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